LA STORIA DI LATRONICO
Vi sono diverse opinioni sulla derivazione del suo nome: secondo alcuni deriverebbe da due termini di lingua greca che significano "luogo nascosto", mentre altri affermano che sia una derivazione del termine anch'esso grecoLatomia (cava di pietre, che il paese possiede tuttora) con l'aggiunta del suffisso -ico.
Allo stesso modo del nome anche le origini dell'attuale centro abitato di Latronico sono molto incerte. Nel corso degli anni è stato provato con ricerche archeologiche che esistesse un insediamento di una comunità di origine enotria nella località che oggi viene chiamata Colle dei Greci.
Gli insediamenti umani nel territorio di Latronico sono presenti fin dal Mesolitico (circa 8000 a.C.). Testimonianza ne è il ritrovamento di tracce di una comunità di uomini primitivi che vissero in piccoli gruppi per oltre 6000 anni nelle Grotte di Calda praticando essenzialmente un'economia di tipo agricolo-pastorale.
Gli insediamenti umani nel territorio di Latronico sono presenti fin dal Mesolitico (circa 8000 a.C.). Testimonianza ne è il ritrovamento di tracce di una comunità di uomini primitivi che vissero in piccoli gruppi per oltre 6000 anni nelle Grotte di Calda praticando essenzialmente un'economia di tipo agricolo-pastorale.
Il primo nucleo abitativo risale probabilmente all'Alto Medioevo ad opera di una popolazione rurale che si stabilì su un colle più alto per sottrarsi alle scorribande di Longobardi e Saraceni.
Le vicende storiche di Latronico e del suo popolo continuano ad essere oscure dalIII secolo a.C. al XI secolo, quando solo nel 1063 per la prima volta compare il nome di Latronico in un documento, il Syllabus Graecarum Membranarum. Negli anni che seguirono il paese fu feudo di Cola di Jonata, dei Sanseverino, dei Palmieri, dei Corcione e infine dei Gesuiti. Quando i Gesuiti furono espulsi dal Regno di Napoli (1767) il feudo passò al Demanio.
Alla fine del Settecento anche Latronico partecipava attivamente alla vita della Repubblica Partenopea, e alcuni latronichesi, che avevano evidentemente a cuore le idee rivoluzionarie di fratellanza, libertà, uguaglianza furono inclusi nel "Notamento dei Rei di Stato" e andarono così incontro al carcere e alla morte. Anche Latronico dal 1861 al 1865ebbe i suoi briganti che erano organizzati in bande. Ricordiamo quella di De Luca Nicola (detto Scaliero) e quella di Francesco Viola (Pedatella).
Scoppiò la Grande Guerra e Latronico pagò anch'essa uno scotto di 52 tra morti e dispersi e 12 mutilati. Durante l'epoca fascista si incominciarono a sfruttare le sorgenti solfo-magnesiache site in contrada Calda costituendo una società e costruendo uno stabilimento termale all'avanguardia per l'epoca. Questo fece di Latronico una delle zone di cura, svago e riposo più importanti dell'intera Basilicata. Sempre durante il ventennio Fascista al comune di Latronico furono aggregate le frazioni diAgromonte Magnano e Agromonte Mileo.
Durante gli anni sessanta Latronico vide il suo più grande incremento demografico, situazione che da quegli anni non si è più ripetuta a causa della piaga sociale che da molti anni ormai sta condizionando pesantemente lo sviluppo meridionale: l'emigrazione.
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