LE TRADIZIONI DI PIETRAPERTOSA
Le Tradizioni
IL MATRIMONIO
Di tradizionale in un matrimonio sono rimasti:
1) Il corteo nuziale che si svolge a piedi, quale che sia la distanza, dalla casa della sposa fino in chiesa è preceduto dal fotografo e da una folta schiera di bambini ,pronti a raccogliere le manciate di confetti beneauguranti che vengono lanciati agli sposi. La sposa, al braccio del padre avanza lentamente fra due legioni di curiosi che vogliono vedere e criticare la “zita” e gli abiti degli invitati. Seguono lo sposo al braccio della suocerae, dietro di loro, tutti gli invitati a due a due
2) ”La serenata” che lo sposoe gli amici portano alla sposa la sera prima del matrimonio. Nella prima fase la sposa, in compagnia dei parenti più stretti, in casa, a porta chiusa, ascolta commossa le melodie eseguite a suon di organetto. Nella seconda fase,il papà della sposa apre la porta ed invita tutti ad entrare per brindare e ballare.
3) ”Il letto della sposa”, la cui preparazione da parte della ”comara d’anello “ e di alcune amiche della sposa, qualche giorno prima del matrimonio, diventa un rito. Ognuna si dà da fare per sistemare lenzuola e coperte nel modo più preciso possibile, ma ,spesso , non mancano gli scherzi:le lenzuola fatte a sacco, dove è semplice entrare, ma difficileuscire, oppure il letto cosparso di zucchero che costringe gli sposi ad alzarsi per rifarlo, altrimenti prude.
L’uccisione del maiale è l’occasione per vedere unita l’intera famiglia.
Un esperto, con sistema primordiale , “scanna”il maiale, e la padrona di casa raccoglie in un recipiente il sangue, che servirà per fare il sanguinaccio. Per evitare che coauguli , viene aggiunto un po’ di zucchero e mescolato con le mani o con un mestolo di legno. Segue la pulitura con acqua bollente e coltelli affilati. Per una notte il maiale rimane appeso al “Cap’ péd’ ” (sostegno triangolare in legno) e l’indomani viene sezionato e lavorato. Particolare e suggestiva l’esposizione alla finestra della testa pulita del maiale con una grossa arancia in bocca.
COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
Un’usanza che ancora perdura, è quella del 2 novembre, giorno in cui i vivi e i morti sono in mesta comunione. I credenti, sin dal mattino si recano in Chiesa per portare un po’ di grano “per i Morti”, perché tutti - dicevano i nostri vecchi - devono mettersi a tavola. In realtà è l’offerta per il sacerdote che celebra la messa in suffragio delle anime.
I FUOCHI NATALIZI
Passano, di casa in casa, i ragazzi durante la novena di Natale:” N’ dacit na leun p GS’ Crist? (Ci date una legna per Gesù Cristo?) e nessuno nega loro una legna che servirà per i grandi falò costruiti nelle piazze e negli slarghi la notte di Natale, perché il Piccino possa riscaldarsi e dimenticare, forse, il freddo della notte.Intorno a questi falò si canta e si ride: quelli che si divertono di più sono i ragazzi. Nelle case si lasciano le luci e il fuoco accesi,perché la Madonna deve fermarsi ad asciugare i pannucci del Bambino.
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