CHIESE BRINDISI DI MONTAGNA | SANTA MARIA DELLE GRAZIE


Nella mentovata deliberazione del 29 giugno 1595 del pubblico parlamento brindisino, che riguarda la edificazione della chiesa di S. Nicola di Bari, si legge che fu decisa la ricostruzione d'una CAPPELLA da dedicare a S. MARIA MATER MISERICORDIAE e dichiarata, come la chiesa madre, jus patronato dell'Università. L'iniziativa e lo sviluppo dell'opera si devono allo stesso sindaco Barbati.

La tradizione dice che prima del terremoto, devastatore di tutto, nel luogo ove fu eretta tale cappella vi era altra intitolata a S. Lino Papa. (1) Infatti, nella ricostruzione, durante gli scavi interni, furono scoperti affreschi raffiguranti santi e vescovi greci. E Leonardo Manes, agricoltore, probo e pio, si adoprò per ingrandirla e per abbellirla, facendovi erigere un altare intarsiato e dorato e l'organo, facendo portare più in alto il campanile e munirlo di altra piccola campana.

Il nome del pio Manes pochi anni fa si leggeva ancora nell'icona dell'altare; ma l'altare, fu rimosso e sostituito con altro di marmo, acquistato con oblazioni di nostri paesani residenti nelle Americhe; e con l'averlo così tolto all'occhio e alla memoria del pubblico si è compiuto un atto inconsulto e ingiusto.

Gerardo Basta, della illustre famiglia di cui parlerò più avanti, quale procuratore di S. Maria, nel 1787 fece fabbricare di nuovo il coro e la cupola del campanile ed acquistò la campana maggiore che così dolcemente tocca e intenerisce il cuore. Egli morì nel 1794; la moglie Domenica d'Emilio e il figlio, Salvatore, tra il 1796 e il 1813, fecero restaurare, ampliare ed abbellire la cappella; costruire il portone e la prospettiva nel 1810 dal muratore Giovanni di Leo.

L'immagine bellissima della Madre di tutti, nell'atto di nutrire il bambino Gesù col frutto dolcissimo della sua materna grazia, con quel latte che doveva essere poi e fu linfa rinnovatrice dei cuori dell'umanità nei secoli mediante il più grande dei martiri e degli eroismi, l'immagine, dico, è opera d'un artista molto valente, di Giovanni di Gregorio, detto Pietrafesa, di fama chiara tra noi, allora: come ho detto altrove, autore di altri bei quadri, morì a Pignola.

Il quadro della Vergine Maria annerì al fumo che veniva dalla vicina sacrestia, che era nel campanile ed ove dimorava un certo Spatigliera, oblato e sacrestano; ma il quadro rimane inalterato nella divina dolce espressione.

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