LA STORIA DI SAN SEVERINO LUCANO
Le Origini
San Severino è un paese di recente fondazione, sorge nel periodo dei primi venti anni del secolo XVI, secondo lo storico Giacomo Racioppi. Sulle origini del paese ci sono due ipotesi: la prima, sostenuta dallo storico Giovanni Di Giura,afferma che San Severino è stato fondato dai monaci cistercensi della vicina abbazia di Sagittario.Questi costruirono, nella località da noi oggi abitata, poche case per alloggiare i propri servi e coloni. In origine questa terra era in feudo della celebre famiglia principesca dei San Severino che donarono ai monaci questa contrada da loro poi battezzata col nome di Casale di San Severino per onorare i benefattori. Secondo, lo storico Perrella e la tradizione popolare orale, l'origine di San Severino si fa risalire ad alcuni fuggiaschi, originari di Castelsaraceno, che vollero sottrarsi a gravi prepotenze del barone del loro paese. Entrambe le ipotesi possono considerarsi veritiere. Un primo nucleo stabile di abitatori doveva essere a San Severino tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500. A questo primo nucleo si sarebbero aggregati esuli di Castelsaraceno.La denominazione di Casale di San Severino rimase sino al secolo scorso e dal 1862 prese l'attuale nome di San Severino Lucano.Nel 1796 il numero dei suoi abitanti è salito a 2200 secondo lo storico Francesco Sacco e nel 1871 il paese contava 5515 abitanti. Il numero degli abitanti è andato man mano diminuendo ed oggi ce ne sono 2226. In questa terra si trovavano già nel secolo scorso : una Parrocchia sotto l'invocazione di Santa Maria dell'Abbondanza e di San Vincenzo. Con l'abolizione della feudalità, San Severino si organizzò in Comune nel 1806. San Severino fu interessato dal fenomeno del brigantaggio. Tra il 1880 e il 1905 nel nostro paese ci fu una massiccia emigrazione transoceanica. Parecchi nostri paesani se ne andarono in America in cerca di fortuna e là si sistemarono definitivamente. Il tenore di vita dei sanseverinesi, la metà del XIX secolo, era bassissimo. Per la posizione geografica e per la mancanza di strade, il commercio era scarso. L'occupazione principaledei Sansverinesi era l'agricoltura associata alla pastorizia. I piccoli fondi erano coltivati secondo antiche tradizioni; relativamente fiorente era la pastorizia. In autunno le mandrie scendevano dai monti per andare a svernare nelle pianure bagnate dal mare Ionio. Anche le attività artigiane e manufatturiere erano quasi allo stato primitivo. Si conoscevano solo i mulini ad acqua per la molitura dei cereali e le gualchiere per assodare i grezzi tessuti di cotone, di canapa e di ginestra. In ogni famiglia c'era il telaio casalingo per la filatura e tessitura della lana e del cotone,la quasi totalità delle donne erano filatrici. L'attività tessile domestica è scomparsa venti, trenta anni fa. C'erano anche piccoli opifici, in cui si fabbricavano chiavi, serrature,cerchi da botti ed altri lavori in ferro; qualche cava e stabilimento per la cottura della calce.Fiorente, invece, era l'industria del legname e del carbone. Sin dal 1822,infatti, sulla sponda destra del Frido, in località Mezzana, vi era una segheria idraulica per la lavorazione del legno. Dal 1930 al 1933 a San Severino (contrada Olmo ) funzionava una segheria impiantata per iniziztiva dei fratelli Colucci di Roma. Tronchi ultra secolari di faggi e di abeti venivano portati dalle montagne nelle segherie per essere lavorati.
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